Anche se so che a te non te ne frega niente, cara amica, e
che pensi che stia raccontando delle frottole, sappi che sabato la presentazione
del libro è andata molto bene; il posto è splendido, un’azienda agrituristica
in Val Maira, “Lo Puy”, amorevolmente accudita da Marta e Giorgio, piena di
capre che fanno un latte biologico saporito con il quale i due eroi ( non è
facile vivere e lavorare in montagna!) creano dei formaggi prelibati. Ho sempre
pensato che nell’arte della panificazione e della lavorazione del latte ci sia
qualcosa di alchemico: la trasformazione della materia.
C’erano una quindicina di persone, interessate e
interessanti, fra cui, sorpresa, ho riconosciuto con piacere il mio professore
di filosofia del liceo.
E’ stato divertente immaginare un’inversione dei ruoli, io
che spiegavo e lui che ascoltava. In realtà a suo tempo in non è che ascoltassi
molto, non ero quel che si dice uno studente modello… Non che facessi baccano,
però ero un po’ distaccato da tutto, perso, senza un obiettivo.
Finita la mia presentazione è seguita quella di un amico,
Andrea Bertaglio, con un libro-inchiesta sui rifiuti radioattivi che ci ha
trasportati in una discussione sulla gestione delle risorse e sull’dea di decrescita.
Infine abbiamo cenato con i prodotti dell’agriturismo, in un’atmosfera
di rilassatezza e condivisione: peccato per quelli che non sono venuti.
Verso le dieci poi sono partito e ho raggiunto degli amici
ad un festival di musica tekno, elettronica e dubstep. Non c’è che dire, un bel
salto! Ho ballato fino alle due e poi mi sono fatto ospitare da un’amica in
quanto mio figlio aveva organizzato una festa a casa nostra e mi aveva
sconsigliato di andare a dormire a casa: che premuroso…
Domenica ero un po’ stordito, ma oggi sono di nuovo in
pista.
Che ne dici, va bene questo post?
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