mercoledì, giugno 29, 2011

il migliore dei mondi possibili

ho impiegato un po' a metabolizzare quello che è successo lunedì. certo, sapevo che sarebbe finita così, anche se speravo in un epilogo diverso. la notte era andato tutto bene, tutto tranquillo. Quando è cominciata ad arrivare l'alba si pensava che oramai non sarebbe più accaduto nulla, Ed invece ad un certo punto ci siamo accorti che sull'autostrada non passava più nessuno. Immobile. La voce dalla radio, amplificata per tutto il campo, ha avvertito che qualcuno aveva telefonato dicendo che il traffico era stato bloccato, il che voleva dire che l'attacco era imminente. Dopo poco abbiamo visto dei mezzi che in lontananza si avvicinavano. Macchine, camionette, cellulari, e ruspe con altri mezzi pesanti.
Si sono avvicinati lentamente, sembrava quasi che non avessero voglia di mettersi al lavoro. Finchè dalla galleria è spuntata una ruspa, un enorme braccio meccanico con in cima una pinza, sembravano testa e collo di un dinosauro cibernetico. La gente ha cominciato ad urlare, ad inveire contro quella ostentazione di potenza meccanica. La pinza si è avvicinata alla barricata, dalla galleria sono spuntati degli idranti ed è cominciata la sfida.
Erano le 7 del mattino, dopo 3 ore era praticamente tutto finito. L'autostrada distrutta nel tratto in cui le forze dell'ordine avevano disordinatamente aperto un varco per introdursi nel campo. Mi chiedo che idiota abbia organizzato quell'attacco. I poliziotti, carabinieri, finanzieri erano così tanti rispetto a noi che tutta quella distruzione è stata assolutamente superflua. In realtà nel loro disegno aveva la sua funzionalità, perchè poi al telegiornale hanno potuto dire che l'autostrada era chiusa a causa delle manifestazioni no tav.
Alla fine poi il ruolo decisivo l'hanno avuto la soverchiante superiorità numerica e i lacrimogeni: una pioggia di lacrimogeni, che bruciavano gli occhi e la gola. Ad un certo punto il fumo era tanto da mutare la fisionomia dei luoghi: un paesaggio grigiolunare dove prima c'erano roccia e alberi verdi, prati e tende colorate.

Io e alcuni altri ci eravamo allontanati durante il culmine dell'azione per tentare di rallentare una colonna di carabinieri: li avevamo visti lasciare l'asfalto devastato dall'altro lato per aggirarci e circondare il presidio. La nostra azione non ha avuto molto successo ma in compenso ci ha tenuti lontani dal nucleo degli scontri: quando le cose si sono calmate, contusi e irritati dal gas siamo tornati al campo base: era tutto distrutto.

E' stata un'esperienza significativa, da un lato la frustrazione e la rabbia, dall'altro la bellezza dello sforzo comune, indipendentemente dalle possibilità di successo.
E' stata una giornata, a prescindere dal suo esito. e come questa ce ne sarano altre. Si muovono grandi energie; alla fiaccolata di ieri sera dicono ci fossero diecimila persone, alla manifestazione di domenica prossima quante ce ne saranno? Vado, le conto e ve lo dico.

sabato, giugno 25, 2011

46

Eccoci qua, oggi è il mio compleanno. Gli anni sono 46 e di aggiornare il nome del blog non se ne parla nemmeno.
Alle 8 sono andato a Cartignano - val Maira, provincia di Cuneo, Piemonte - ho lasciato la macchina vicino al castello, il tempo un po' grigio con il cielo coperto, e sono sceso lungo un sentiero che mi ha portato fino a San Damiano, un'ora di cammino tutto lungo il fiume, in mezzo agli alberi, fra le rocce. Che bello, che pace, amo l'acqua che scorre fra i ciotoli levigati, le foglie sospese a riflettersi. Arrivato al paese ho subito cercato il famoso panificio che fa quella pizza rustica e spessa che adoro, ne ho preso un bel pezzo tanto per integrare i grassi superflui smaltiti con la camminata e mi sono cercato una panchina su un prato: ho tirato fuori la borraccia, una mela e ho cominciato i festeggimenti.
All'inizio del paese c'è un pensionato, a quell'ora del mattino alcuni ospiti escono per prendere un po' d'aria. Alcuni camminano trattenuti, altri danno l'impressione di avere smarrito qualcosa, ma non ricordando più cosa, indecisi sul da farsi, stazionano incerti sul bordo della strada.
Il tempo che passa e ci cambia, cambia il nostro corpo e la nostra anima, anche se noi pensiamo che no, quella è eterna e ci sopravviverà, comunque.
Che tristezza se fosse davvero così; vedere questi corpi cambiati dal tempo, queste anime quasi addolcite dall'incertezza e dal dubbio mi ha come rasserenato; e reso più consapevole della forza delle mie gambe, del ritmo del passo e del mio respiro mentre riprendevo il cammino verso Cartignano. Intanto le nuvole si sono diradate e ho cominciato ad intuire il sole.

venerdì, giugno 24, 2011

domani

Domani, domani... che succede domani?
Lo scriverò domani, naturalmente; però metto in palio un sorriso, un pensiero positivo ed un abbraccio - reale o virtuale, fate voi - per i tre che indovineranno prima della rivelazione.
Intanto oggi sono andato a Milano in treno per retenergie e fra andata e ritorno ho letto più di metà di Tokyo città occupata: inutile dire che il primo era moooolto meglio.
Non fossi il terzo di quattro fratelli chiederei: ma perchè i primi sono sempre i migliori? Qualcuno mi citi un secondo volume che sia meglio del primo.
Thank.

martedì, giugno 21, 2011

tokyo anno zero

Ho appena finito di leggere Tokyo anno zero di David Peace. L'ho trovato per caso, come da parecchio tempo faccio sovente andando alla biblioteca di Savigliano. C'è uno scaffale sul quale espongono dei libri, non so con che criterio, forse di tipo cronologico. In realtà il mio amico editore Fabrizio mi ha detto che ogni giorno in italia vengono editi 100 o 1000 libri, non so, comunque un numero spropositato. Se questo è vero, e non ho motivo di dubitare della parola del mio amico editore Fabrizio, il criterio cronologico non è più determinante, occorre in ogni caso che il/la bibliotecario/a scelga discrezionalmente quali fra i 100 o 1000 libri editi quel giorno esporre.
Comunque sia io entro nella sala e mi fermo davanti allo scaffale, e guardo. Guardo le copertine, prima di tutto; leggo i titoli, valuto lo spessore, e poi ne prendo in mano uno, lo apro per vedere le dimensioni dei caratteri, leggo la quarta di copertina e se mi smuove qualcosa lo poso su un tavolino li dietro. Ripeto questa operazione due, al massimo tre volte. Poi mi volto verso i prescelti, li rimetto a posto uno dopo l'altro e l'ultimo che mi resta in mano è quello che porto via da leggere.
L'ultima volta c'è stata una variante, peraltro non eccezionale: il romanzo prescelto era Tokyo città occupata, dello stesso Peace, ma avendo letto che era il secondo libro di una trilogia, sono andato a cercare il primo, Tokyo anno zero, appunto.
Devo dire la verità, il susseguirsi dei fatti me lo sono perso, sopratutto a causa dei molti personaggi tutti con nomi giapponesi; io ho notoriamente poca memoria e dopo un po' ho cominciato a confondere persone e luoghi, considerato che è una storia di poliziotti e di omicidi le conseguenze sono facilmente prevedibili. Ma per quel che riguarda lo stile narrativo, le atmosfere, l'ho trovato eccezionale. Tutta la disperazione di un popolo schiantato e senza speranza, i luoghi e le anime trasformate in polvere dalla forza distruttiva della Bomba, tutto ciò è reso in maniera così vivida e reale da togliere il fiato. Un'umanità infestata dal senso della sconfitta e dai pidocchi "Mi prude e mi gratto. Gari-gari. Mi gratto e mi gratto finchè le braccia mi sanguinano sotto la camicia. Gari-gari."
Se il vostro spirito è saldo andate e leggetelo. ( così poi mi spiegate la trama)

sabato, giugno 18, 2011

bo!

quando taccio così a lungo c'è qualche problema, o sono andato in depressione o mi sono preso un accidente. In questo caso scelgo la seconda, anche perchè sono capitate cose tali da rallegrarmi per i prossimi due mesi: di cosa parlo? ma dei referendum, naturalmente! Non immaginavo, benchè lo sperassi, il raggiungimento del quorum. Ho di nuovo respirato fiducia nel genere umano a pieni polmoni. Contemporaneamente però, a ricordarmi che polvere eravamo e polvere diverremo, mi sono preso un raffreddore colossale con abbinato mal di testa e indolenzimento generale. Il tempo non mi ha aiutato, metereologicamente parlando; tutta questa umidità abbinata alla consueta allergia ha decuplicato il tasso delle mie secrezioni biologiche otorinolaringoidee. Ho consumato montagne di fazzoletti di carta, con buona pace della foresta pluviale amazzonica. L'aspetto positivo è che la disperazione mi ha portato a sperimentare il lavaggio nasale - detta anche idrorinoterapia, da non confondersi con la idrocolonterapia, altrettanto efficace ma moooolto più piacevole-. Mi sono iniettato una soluzione fisiologica autoprodotta in una narice facendola uscire dall'altra; non chedetemi che strada ha fatto perchè non lo immagino neppure, il risultato però è stato che il naso si è liberato lasciandomi respirare normalmente, almeno per un po'. Credo che questa tecnica sia di origine indiana.
Nel frattempo Sofia ha compiuto 12 anni e la nonna tedesca le ha regalato una strepitosa maglietta dell'Hard Rock Cafè di Cologna. Con questa fanno 2 -la prima era di Venezia- così la furbetta ha deciso che vuole cominciare a collezzionare le magliette andando a visitare tutti gli Hard Rock Cafè del mondo... mica male come programma. A 12 anni la mia massima aspirazione era compienerne 13 per poter fantasticare che mi mancava solo un anno per vedere i film vietati ai 14 nella sala parrocchiale del paese, quelli con la Fenech e la Serena Grandi.

mercoledì, giugno 01, 2011

fuochi d'artificio

SUL NUCLEARE VINCE LA DEMOCRAZIA. ORA TUTTI AL VOTO

ROMA, 01.06.2011 - Il tentativo del governo di mettere un bavaglio alla volontà degli italiani di esprimersi sul nucleare non ha funzionato: la Corte di Cassazione ha giustamente ricondotto la partita referendaria alle regole previste dalla Costituzione. L'italia civile e democratica esulta alla decisione della Corte che ha vanificato le manovre dell'Esecutivo, garantendo il diritto degli Italiani di esprimersi sul ritorno al nucleare in Italia.