mercoledì, giugno 06, 2012

passaggio di venere (come un vero cowboy)


Erano anni che non dormivo più all’aperto, in particolare ricordo una volta alla fine dell’ultimo anno di liceo, eravamo in tre e abbiamo passato la notte ai giardinetti della nostra città, così, senza un motivo particolare. Da li in avanti il massimo dell’avventura sono state notti in tenda.
Ieri sera ci siamo trovati in 5 sul terreno dove 8 anni fa sono comparsi i cerchi nel grano, a Fossano; Otto anni fa a giugno c’è stato il primo passaggio di Venere davanti al sole, non è un caso se quei cerchi sono comparsi proprio in quel periodo, così abbiamo voluto tornare sul posto per questo secondo appuntamento.
La zona è isolata, con dei boschi che la circondano, molto silenziosa. Abbiamo acceso un falò e siamo rimasti li a raccontarcela fin verso mezzanotte. Poi gli altri sono tornati a casa mentre io mi sono sistemato il sacco a pelo vicino al fuoco. Nel frattempo è sorta la luna.
Il rumore del bosco di notte è particolare, a volte sembra di sentire dei passi, un botto, qualcuno che bisbiglia. Alcuni suoni arrivano direttamente dalle tue orecchie, la pressione del sangue o certi scricchiolii delle ossa. Di giorno non li senti perché sono coperti dal rumore della vita fuori. Fa un po’ paura perché fatichi a distinguerli da tutto il resto. Pensi: ”oddio, c’è qualcuno laggiù”, e invece sei solo tu, che esisti nonostante e quasi indipendentemente da te stesso.
Mi sono addormentato e mi sono svegliato molte volte, il fuoco piano piano si è spento, è scesa l’umidità mentre la luna saliva e splendeva sempre di più. C’erano delle nuvole che manco a farlo apposta passavano proprio sopra a dove ero coricato, tutte le volte che aprivo gli occhi le sorprendevo a comporre delle forme buffe o magiche o inquietanti contro l’oscurità del cielo.
L’ultima volta che mi sono svegliato è stato quando il cielo ha cominciato a schiarire, il sole stava per sorgere, proprio il momento in cui Venere sarebbe stato a metà della sua piccola eclissi.
C’era ancora la luna dall’altra parte, ho salutato tutti e tre i corpi celesti con un elegante inchino, un profondo respiro e una piccola danza di ringraziamento.
Poi ho tirato su la mia roba e dopo aver sistemato i resti del falò sono ritornato verso casa.  

2 commenti:

Guchi chan ha detto...

sicuramente qua da me c'è parecchia gente che ha rimpianto di non aver dormito all'aperto, visto che la sveglia ce l'ha data alle 6.08 la solita scossa di terremoto. e per fortuna che il sisma si spostava a ovest...

marco ha detto...

Ho sentito alcune voci su una questione di trivellazioni correlate al terremoto.Chissà...
m.