Sono in Liguria, ho un incontro di presentazione della cooperativa a Genova alle 21. Ho approfittato di questo impegno per venire a riequilibrare un po' il mio asse energetico scombussolato da impegni di lavoro e sollecitazioni emotive.
Tanto tempo fa, quando avevo 6 anni, ho vissuto per un certo periodo in uno splendido paese del levante ligure, Bogliasco. Ho un ricordo di quel periodo che sconfina nell'onirico, ricordo l'acqua del mare, gli scogli, i pomeriggi d'estate passati con maschera e pinne a caccia di conchiglie e piccoli pesci, i bagni veloci d'inverno fatti per sfida con i miei fratelli più grandi, i castelli inventati fra le rocce nei quali combattevamo lanciandoci pigne pirotecniche e accumulando pinoli come tesori. Sono tornato qui oggi, e mi sono perso fra le scalinate di cemento e pietra che portano a spiaggette nascoste dagli scogli. Il cielo è coperto, tira vento e le onde si frantumano contro le rocce. A volte gli squarci fra le nuvole rivelano un azzurro luminoso e un sole caldo che chiazza la distesa del mare. Il vento mi porta la salsedine sul volto, mi lecco le labbra e riassaporo quella dolce sensazione di sale marino.
Adoro il mare, le rotte infinite che lascia immaginare, la danza delle onde, il vento. Adoro il gusto che l'acqua lascia sulla pelle, il suono della risacca e il turbinio dei vortici che disegnano la sabbia fra gli scogli.
Sto bene.
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