sabato, aprile 12, 2008

macheccavolo!

Mi ero riproposto di non scrivere quando fossi stato di cattivo umore. In questi giorni sono di pessimo umore, sono così nervoso da non riuscire a coordinare neppure i pensieri, saltello di qua e di la senza dare continuità ai miei processi logici. E dire che ne ero tanto fiero, dei miei processi logici. Il buonsenso al potere, un misto di razionalità, tolleranza e ottimismo critico.
Sarà l’attesa dell’esito delle elezioni. Ammetto, sono preoccupato, al punto che quasi quasi mi lascio tentare dalla trappola del voto utile. E no, voto utile un cavolo, io voto chi mi rappresenta! Detta così sembra facile. Se dico che nell’attuale quadro politico qualcuno mi rappresenta rischio di fare una brutta figurra…
Ma non solo, quando leggo i giornali ho un’impressione strana: avete presente quei film di fantascienza che narrano di un epoca post terzaguerramondiale in cui si è tornati alla barbarie, tipo Interceptor, per intenderci? Avete presente quando per riassumere i precedenti che hanno portato alla crisi fanno una carrellata sulle più drammatiche notizie di giornali e telegiornali? Ebbene, sono le stesse notizie che leggo e ascolto io quotidianamente.
Una volta parlavo con una mia amica un po’ fissata, lei ritiene che, facendo riferimento a una serie di “profezie” fra cui il calendario dei Maya, risulterebbe che nel 2012 dovrebbe esserci una specie di fine del mondo, perlomeno del mondo che intendiamo noi.
Fra l’altro è un periodo che con i miei figli litigo di continuo…
Se poi berlusconi mi vince le elezioni…
( mi sono anche preso un virus sul computer...)
Bè, almeno ha piovuto, questo giro non devo irrigare il grano…

5 commenti:

Anonimo ha detto...

se ti può consolare anch'io sono nella tua stessa ansia per il futuro. la cosa triste è che io, essendo ancora minorenne, ho tutta la vita davanti, o almeno non dovrei essere abbacchiata. tant'è, a me sembra che siamo tutti testimoni della nascita di una dittatura culturale e sociale, altrochè la Spagna di Zapatero (i ns vicini più vicini) in cui metà dei ministri (e sono 18,noi quanti ne abbiamo..?) sono donne. vabbè, stasera brindo alla fine di questa repubblica italiana fondata sulla Costituzione, domani è un altro giorno.

marco ha detto...

Cara anonima, fosse stato in un altro momento ti avrei detto che il domani ce lo costruiamo oggi, che il futuro è nelle nostre mani e che comunque tutto è possibile. Però adesso onestamente non me la sento; non è solo per le elezioni, intendiamoci, tutto sommato l'italia avrà quello che la maggioranza degli italiani si meriterà. E i pochi che la pensano diversamente avranno il compito di conservare il segno di un mondo diverso per il momento in cui gli altri saranno pronti.
Siamo abituati a pensare su una scala temporale molto breve, in realtà magari questa è solo una fase, come l'impennata del termometro subito prima che la malattia venga sconfitta e si guarisca, finalmente. Magari i miei figli, il più grande ha 16 anni, racconteranno ai loro di essere stati si testimoni della nascita di una dittatura, ma anche della sua morte perchè loro, e quindi anche tu, sono stati più forti.
Per il momento però mi unisco al tuo brindisi, che domani sia davvero un altro giorno.

radha ha detto...

fai bene a scrivere, comunque,è bello riuscire ad agire e non re-agire..il non fare il giro dell'irrigare il grano diventa un piccolo vantaggio per stare ad aspettare il silenzio, un'altra re-azione e non azione ..un gran vantaggio...va tutto bene, va tutto bene soprattutto se siamo noi bene, se pensiamo noi bene e da come mi sembri sembri (eh eh ) sembri davvero così...ciao

marco ha detto...

Una volta, seduto su una panchina a fianco del binario, aspettando un treno che non sapevo di aver già perso da tempo, vidi per terra un libriccino dimenticato o smarrito o abbandoneto da qualcuno. Una raccolta di massime zen, una piccola riflessione sul non fare.
Lessi, seduto sul bordo di un fiume, cercando di ascoltare il suono di una mano sola,usando il silenzio come risposta alle domande.
Sentii qualcosa.
Un rumore.
Un altro treno, non quello che aspettavo, ma tant'è.
In un attimo decisi di prenderlo, più sereno, balzando fra le porte prima che si chiudesero. Avevo il libro fra le dita, cominciò a suonare il cellulare.
Sulla panchina a fianco del binario intanto si era seduta una persona, mentre il treno si allontanava la vidi guardare distrattamente per terra, cartacce e mozziconi di sigarette.
Il libro me l'ero portato via io.

Bene, Male, ...boh...

radha ha detto...

sì, sì è proprio così un dentro e fuori che s'intrecciano...eh eh