domenica, aprile 10, 2011

sos

Oggi mi è accaduta una cosa alquanto strana

Premessa uno, per i lettori più attenti, dovevo accompagnare Nicolas Torino ad una fiera di fumetti ma alla fine lui si è organizzato autonomamente con treno e amici, tanto meglio.

Premessa due, un paio di mesi fa una conoscente di Sonia che avevo incontrato una sola volta circa 3 anni or sono durante una gita in montagna, mi ha contattato telefonicamente per richiedermi un consiglio per un impianto fotovoltaico, non siamo mai riusciti a combinare un incontro nonostante svariati tentativi.

Oggi verso le 11,30 me ne stavo tranquillo in casa, avevo appena cominciato a leggere Trilobiti di Breece D’J Pancake, quando è suonato il telefono, dall’altro lato dell’etere la voce concitata e rotta di una donna: era lei, la collega di escursione di tre anni prima, mi chiedeva aiuto dopo essere rimasta con due dita chiuse in una porta di metallo. La situazione sembrava piuttosto drammatica, lei sola e ferita in una casa isolata in collina. Il superman che tengo ben nascosto sotto un morbido strato di adipe ha cominciato ad agitarsi, così sono saltato in auto alla volta della malcapitata. L’ho raggiunta non senza difficoltà in quanto non ero mai stato a casa sua ed effettivamente una volta trovatamela davanti sono rimasto impressionato dallo stato della sua mano, con le dita sanguinanti e ritorte.

Siamo corsi subito al pronto soccorso più vicino e la poveretta è stata ripulita, visitata, e radiografata, in tutta fretta.

Dopo un'attesa discretamente lunga il medico si è avvicinato sorridente e ci ha dato la bella notizia, non c’era traccia di frattura, le dita erano integre, necessitavano solo di alcuni punti di sutura e di un paio di settimane di inoperosità per riprendere il loro aspetto e la loro funzionalità consueta.

Tutto è bene quel che finisce bene. L’ho riaccompagnata a casa dopo essere passati in farmacia a prendere degli antibiotici prescritti dal medico.

Certo che l’idea di essere chiamato in aiuto da una persona praticamente sconosciuta mi ha dato da pensare. La donna - a questo punto posso chiamarla amica?- mentre eravamo in attesa del responso medico mi ha raccontato che si era convinta a telefonarmi cercando il mio aiuto perché si ricordava di come, tre anni prima, mi comportavo con mia figlia Sofia in gita con noi.

E pensare che io non mi ricordo nemmeno cosa ho mangiato a pranzo…

3 commenti:

Anonimo ha detto...

bravo marco. andresti citato in un'eventuale nuova edizione di "Cuore"

Anonimo ha detto...

adesso, minimo minimo, deve diventare socia, eh l'infortunata.. ciao. anonimo lettore.

marco ha detto...

guardate che se anche vi firmate non è che non vi faccio più amici, neh?
Marco