domenica, febbraio 10, 2013

Morfeo e gli Zombies

Domenica mattina, la luce che attraversa i vetri e le tende arancioni mi solletica la palpebre ancora sigillate dalla polverina sparsa ieri dall'omino di sabbia; apro gli occhi, li abituo alla luminscenza colorata, guardo l'ora: le undici e venti! Che bello, adoro quando riesco a dormire fino a tardi. E dire che ieri sera sono andato a letto presto, alle ventitrè e trenta ero già nel mondo dei sogni ( ho visto questa mattina un messagio arrivato a mezzanotte meno un quarto che non avevo sentito). Dodici ore filate. Grazie Morfeo - non quello di Matrix - per volermi ancora così bene da concedermi sonni lunghi, sereni, profondi.
Sarà che ho avuto una settimana kilometricamente intensa, tre viaggi in treno, due a Milano e uno a Modena, via Milano. ma pensa a quelli che a Milano ci vanno tutti i giorni, e a quelli che a Milano ci vivono... Poveri, auguro loro che Morfeo si prenda cura del loro sonno come fa del mio.
Ieri sera, fra l'altro, arrivato da Mlano, appunto, sono andato al cinema con la mia adorabile figliola, le cui amiche erano impegnate in incombenze famigliari. Siamo andati a vedere Warm Bodies. Allora, facciamo una, anzi due precisazioni: io per conto mio non sarei mai andato a vedere un film così; primo perchè è da teen-agers e io quest'anno ne faccio 48, quindi fate un po' voi ( non soffro di sindrome da Peter Pan, per ora). Secondo perchè...sono letteralmente terrorizzato dagli Zombies!
Ebbene si, io che non ho paura di nulla - ragni, topi, animali in genere, buio, altezza, teppisti, vuoto, ...- sono profondamente turbato dall'idea del morto vivente e dalla possibilità di incontrarne uno, anzi molti, lì per lì. Sono in grado di affrontare qualsiasi creatura, animali feroci, uomini cattivissimi, mostri di tutti i generi, perchè armato in modo adeguato penso di essere in grado di fronteggiarli dignitosamente. Ogni essere sulla terra ha un pulsante che premuto nel modo e nel tempo opportuno fa scattare una qualche forma di comunicazione. Attraverso di essa è possibile stabilire un contatto, e quindi produrre un processo osmotico di contaminazione emozionale, una qualche forma anche leggerissima di condivisione di esperienze. Se poi questa forma di reciproca comprensione non fosse sufficiente a risolvere diversamente la situazione, un paletto di frassino, un proiettile d'argento o all'uranio impoverito, un missile terra trerra, una clava, una colt 45 o un pugnale da sommozzatore intervengono a porre fine alla disputa.
Con gli Zombies no, tutto ciò non è possibile, perchè loro sono assolutamente impenetrabili, sono morti. E quando ne rendi inofensivo uno ce ne sono altri cento che arrivano, ma non sono distinguibili dall'uno di prima, perchè non sono esseri unici con i quali ogni volta ti confronti; gli Zombies sono come parte di un unico organismo diffuso e illimitato che è l'Assenza di Coscienza, il Nulla Esistenziale.
Combattere contro gli Zombies è assolutamente inutile perchè anche noi prima o poi potremmo essere come loro, così totalmente privi di individualità.
Quando ho parlato delle mie paure con Sofia lei mi ha detto che allora a maggior ragione mi avrebbe fatto bene vedere il film, così avrei affrontato la paura e avrei visto che le cose possono cambiare, perchè nel film naturalmente va tutto bene, alla fine.
Ma gli Zombies di quel film non sono quelli veri, io miei.
Comunque l'altro giorno nella Feltrinelli di Milano Centrale, fra un treno e l'altro, ho visto un libro, The Zombies Survival Guide di Max Brook, che comprerò appena le mie scarse finanze me lo permetteranno. Mi ha dato l'idea di un testo serio e documentato. Conosci il tuo nemico e vincerai la tua paura! 

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