I tempi cambiano e anche le consuetudini. Sento dire che l'anno comincia non più a gennaio ma a settembre. Le vacanze segnano il termine di un ciclo e l'inizio di un altro. Peraltro non tutti le fanno, però chi non le fa le subisce, inevitabilmente, e i qualche modo si allinea alla percezione generale di un settembre in cui il Meccanismo si rimette in moto.
All'inizio di questo 2011 ho cessato la mia attività agricola; per più di dieci anni avevo adattato i miei ritmi d vita allo scorrere delle stagioni: la primavera era il momento della preparazione, l'estate quello della raccolta e della massima attività, in autunno ci si preparava sistemando le cose ad affrontare la calma dell'inverno, e nei mesi più freddi si ascolava, in silenzio, e si attendeva. E' per questo che per me l'inizio dell'anno nuovo coincideva con la fine dell'inverno. Marzo, all'incirca. Quando la natura cominciava a fremere leggermente sotto allo strato di brina gelato dall'alba, o dell'ultima neve, se l'inverno aveva fatto il suo dovere.
In tutto quest'anno in cui mi sono staccato dalla terra ho sentito una sorta di sradicamento, ho perso il riferimento del tempo. In qualche misura invidio l'uomo che sincronizza il suo movimento al respiro dei pianeti e alla pulsazione della terra.
Il mio proposito per l'anno nuovo - settembre, gennaio, marzo...?- è quello di riallacciare nodi e riconnettere il respiro.
1 commento:
ahahahahahah
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